Il periodico Corfole – Corriere del Levante, distribuito gratuitamente con una tiratura di 20.000 copie nel Levante, ha pubblicato un interessante articolo sui Ruderi del Cenobio di San Tomaso nel suo numero 265, attualmente disponibile in numerose attività commerciali. Il testo, firmato da Andrea Carugati, ripercorre gli eventi che hanno caratterizzato la storia di questo monumento e si conclude descrivendo l’impegno dell’Amministrazione Comunale rapallese e del Comitato Fuochi Santa Maria per rivitalizzare questo luogo che per anni era caduto nel dimenticatoio e che era stato sicuramente trascurato anche nella manutenzione ordinaria.

CENOBIO di SAN TOMASO
Le mura della chiesa sconsacrata sopravvissute alle picconate del popolo diventano sede di eventi – di Andrea Carugati
Un luogo nascosto, antico e sconosciuto ai più sta per riprendere vita a Rapallo. Si tratta dell’antico Cenobio di San Tommaso, situato sulla sommità di una piccola collina a Santa Maria del Campo, tra il paese e l’autostrada, immerso tra ulivi e castagneti. Una costruzione millenaria di cui sono rimaste solo le rovine. Di quello che era un monastero romanico che si sviluppava su due navate distinte, un’usanza della Liguria e della Garfagnana che permetteva di dividere gli uomini da donne e bambini durante la liturgia, ora sono rimaste una colonna con base e capitelli su cui poggiano gli archi che reggevano il tetto e qualche muro a pietre squadrate. Ancora però si possono intuire un’antica porta d’accesso situata in corrispondenza della navata di destra e alcune finestre allungate, rivolte verso la valle.
Non potete ristrutturarla? Abbattetela!
Secondo lo storico Arturo Ferretto questo monastero fu costruito nel 1160, poiché vi è un atto di vendita di terre fra i confini dove sorge datato 4 febbraio 1161. Altro documento significativo è un atto del 3 febbraio 1230; nel quale il Pontefice Gregorio IX prese sotto la sua protezione le suore di San Tomaso di Genova e ne indica fra i beni la chiesa di San Tomaso a Rapallo e pare confermare l’idea che a costruire questo luogo sacro siano state proprio le suore benedettine genovesi. Nel periodo medioevale il monastero ha attraversato non poche disavventure sino ad arrivare alla primavera del 1582, quando il visitatore apostolico Mons. Francesco Bossio vescovo di Novara, effettuato un sopralluogo, stabiliva inesorabilmente la fine del monastero chiedendone la vendita, essendo ormai senza più alcun reddito utile alla sua sopravvivenza, e preso atto che ormai da tempo non vi veniva più celebrata la messa. La sentenza però non venne subito eseguita e nel novembre del 1597 l’Arcivescovo di Genova Mons. Matteo Rivarola durante la sua visita a Santa, Maria del Campo, ordinò di distruggere la chiesa oppure di restaurarla a spese del popolo. AI popolo però mancavano le risorse economiche, così gli abitanti si armarono di piccone e cominciarono la demolizione di questo edificio sconsacrato,lasciando per fortuna il lavoro in sospeso, cosicché oggi ne resta questa testimonianza.
Da ruderi abbandonati a sede di eventi
Dalla primavera del 2019 l’area dei Ruderi San Tommaso è stata data in gestione dal Comune di Rapallo al Comitato Fuochi Santa Maria con il compito di curarne la manutenzione e valorizzarne gli aspetti culturali e turistici. Da subito i massari del predetto comitato hanno provveduto alla pulizia dell’area e hanno organizzato, in collaborazione con il Gruppo Storico Rapallo, un’interessante manifestazione denominata “in viaggio nella storia” Recentemente il Comune ha stanziato un contributo così che il cenobio rinascerà presto per diventare sede di visite guidate, presentazioni letterarie, un presepe artistico e tutta una lunga serie di attività ludiche e culturali che trasformeranno questi ruderi in un sito storico vivo e vivibile.