Cari fratelli e sorelle della Diocesi di Chiavari,
vi scrivo non per adempiere ad una consuetudine ma per condividere con voi alcuni dei molti sentimenti e dei molti pensieri che in questi giorni affollano la mia mente e il mio cuore. Permettetemi innanzitutto un breve riferimento autobiografico. Poco più di tre anni fa ebbi sentore – cosa che non sarebbe dovuta accadere – del fatto che erano state svolte sul mio conto le indagini previste per i candidati all’episcopato. Mi agitai non poco, poi su tutto calò il silenzio e tornai sereno. Questo fino a lunedì 29 marzo u.s. quando ricevetti una telefonata dalla Nunziatura Apostolica cui seguì il giorno dopo l’incontro col Nunzio Apostolico che mi comunicò la decisione del Santo Padre Francesco di nominarmi Vescovo di Chiavari e l’agitazione tornò e questa volta decisamente più prepotente. Sì, confesso di avere provato paura di fronte a questa sorpresa che viene dal Signore, paura di fronte a questa novità che il Signore mi chiede ma, per sua grazia, sono risuscito a non cedervi: so che il Signore mi darà luce e forza per svolgere al meglio, nonostante i miei numerosi limiti, il servizio che mi ha affidato e che io non ho – e chi mi conosce sa che dico il vero – in nessun modo cercato. So inoltre – e anche questa certezza mi ha aiutato a dire “sì” – che potrò contare sulla vostra collaborazione a cominciare da quella dei presbiteri e dei diaconi; lo so perché abbiamo lo stesso progetto di vita: rimanere con Gesù, l’unico Salvatore, soprattutto attraverso la preghiera e portarlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Viviamo, lo sapete bene, in un tempo assai complesso, in un cambiamento d’epoca come ama definirlo Papa Francesco, e quindi sono più che mai necessarie la formazione per un annuncio capace di rendere ragione della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15), per un annuncio gioioso e comprensibile; e la coerenza di vita per una testimonianza credibile e quindi attraente, per una testimonianza che assume innanzitutto il volto dell’amore per i poveri, per gli indifesi e per quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto.
Ringrazio il Santo Padre Francesco per la fiducia che ha riposto nella mia persona e che spero di non tradire mai; ringrazio il Vescovo Alberto per l’impegno profuso insieme con voi a servizio della Chiesa chiavarese; ringrazio le persone che in questi anni mi sono state accanto aiutandomi a crescere e sulla cui amicizia so di poter contare anche nei giorni che verranno.
Ci proteggano la Vergine Maria, San Giuseppe e colui che il grande teologo e cardinale domenicano Y. Congar definì “Il primo dopo l’Unico” e cioè San Francesco d’Assisi.
Vi abbraccio con affetto invocando su tutti voi la benedizione di Dio onnipotente che è Padre e Figlio e Spirito Santo.
Casale Monferrato, 10 aprile 2021